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Le bufale pascolano online

Se un tempo ci pensavano le catene di Sant’ Antonio a passare di cellulare in cellulare, di profilo in profilo, oggi sono le bufale a proliferare su bacheche e smartphone. La memoria del web ne è piena: da false morti di personaggi famosi (qualcuno ormai è resuscitato già due o tre volte!) a finte dichiarazioni, a notizie fasulle. Insomma, ce n’è per tutti i gusti! Le più belle che periodicamente giungono dai miei ignari contatti sono quelle su fantomatici profili fake che potrebbero impossessarsi di miei dati di fondamentale importanza e le notizie di allerta rispetto a chiamate da numeri sconosciuti che potrebbero consumare tutto il credito residuo nel telefono o sul conto.

Ohiohi, ohimmei, passatemi l’ espressione!! Ora, io capisco essere attenti, aver paura e timore di quello che circola online, ma da qui a gridare allarme ogni volta e per nulla, ce ne corre! Le bufale sono create ad hoc da siti e pagine per avere maggiore visibilità, per cui hanno titoli sensazionalistici o allarmanti in modo da attrarre l’attenzione. Per fortuna è semplicissimo smascherarle, come ci insegna Rudy Bandiera: siete in dubbio su una notizia che circola in rete e volete verificarla? Niente di più semplice: cercatela su Google e scoprirete immediatamente se si tratta di una bufala. Altra cosa da fare è controllare la fonte: se una notizia è divulgata dal sito sparoballe.it,che non mi pare molto autorevole, è lecito dubitare della sua veridicità.

Se ci fermassimo un secondo oltre la lettura del titolo roboante delle notizie e facessimo queste semplici ricerche, il web sarebbe un mondo più pulito, con meno balle a intasare bacheche e messaggini privati.

Ma cos’è che ci fa cadere nelle maglie delle bufale? Cosa ci fa pensare che una cosa letta online sia la verità assoluta?

Beh sicuramente anche nei confronti del web scatta un meccanismo simile a quello della tv, per cui “ l’ ho letto su internet” diventa un moderno “ l’ hanno detto in televisione”. Il fatto che una notizia sia scritta online fa scattare in noi una sorta di automatismo per cui le si attribuisce autorevolezza e diamo per scontato che chi la diffonde abbia una qualche competenza nella materia trattata. Niente di più infondato: basta cercare il curriculum vitae o la biografia del presunto giornalista o scrittore di turno per capire che non necessariamente deve essere esperto di una materia per parlarne. Chiunque può pubblicare online qualsiasi cosa per qualsiasi scopo e noi non lo possiamo sapere, per questo se non approfondiamo ciò che dice prima di diffondere una notizia, contribuiamo a far guadagnare chi scrive fake news e a popolare di bufale i pascoli della rete.

2 Commenti

  1. Simonetta

    Alle prime bufale c’ero cascata pure io. Ora se vedo qualcosa un po’ ambigua cerco subito verifiche prima di postare o condividere. A volte sono notizie vere ma di anni prima. Si genera solo confusione.

  2. Barbara

    Un po’ di accortezza in più e i nostri telefoni non sarebbero intasati. A volte però è difficile distinguere la realtà dalla finzione, penso a quel giornalista fotografo di guerra credo brasiliano che è riuscito ad ingannare anche giornali importanti e non esisteva e le foto copiate 😥

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